Data ultimo aggiornamento: 31/05/2024
In attuazione della delega di cui all’art. 11 della legge 29 settembre 2000 n. 300, il 4 luglio 2001 è entrato in vigore il Decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231 (di seguito “il Decreto”), recante la “Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica” – pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, n. 140 del 13 giugno 2001.
Lo scopo del Decreto è di adeguare l’ordinamento giuridico interno ad alcune convenzioni internazionali in materia di prevenzione della corruzione.
Una serie di successivi provvedimenti legislativi ha ampliato la sfera di applicazione della “responsabilità amministrativa” ad altri ambiti della legge penale (per tutti si citano: i reati societari; i reati in materia di salute e sicurezza sul lavoro; i reati ambientali, ecc.).
In data 11 maggio 2011 l’Organo amministrativo di POLI.design ha adottato il “Modello di organizzazione, gestione e controllo” previsto dall’art. 6 del Decreto (di seguito “il Modello”), il quale, tra l’altro, descrive i presidi di controllo finalizzati alla prevenzione dei reati rientranti nell’ambito applicativo di quest’ultimo provvedimento legislativo e prevede uno specifico sistema disciplinare per sanzionare eventuali violazioni del Modello 231, commesse dai dipendenti o dagli altri stakeholder (clienti, fornitori, altre terze parti, ecc.), in linea generale individuati come “Destinatari”.
Il Modello – periodicamente aggiornato in relazione alle modifiche normative, organizzative e gestionali – si compone:
-
di una
“Parte generale”, concernente la disciplina in materia di responsabilità amministrativa degli enti di cui al D.Lgs. n. 231/2001, il sistema di governance e di controllo interno, i principi di comportamento generali e le procedure, l’Organismo di Vigilanza, il Sistema sanzionatorio e disciplinare, la formazione e la diffusione del Modello (
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di una
“Parte speciale”, relativa alle modalità attuative dei reati, ai processi sensibili, ai controlli preventivi, alle direttive generali di comportamento e ai protocolli aziendali riferiti alle categorie di reato rilevanti ai sensi del Decreto (
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del
“Codice etico” (clicca
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